the blue“Un diamante è per sempre”. Così recita un celebre slogan pubblicitario, suggellando nell’immaginario  comune il valore inestimabile di questa pietra preziosa e la sua longevità. Gli anni passano, i proprietari della gemma cambiano, ma lei è sempre là, immutabile nel valore e nell’aspetto. Questo è più o meno la storia di ogni gemma, ma non quella di The Blue, il diamante “maledetto” più grande del mondo. Recentemente la pietra è stata venduta dalla celebre casa d’aste Christie’s alla gioielleria Harry Winston – già proprietaria della Swatch group – per 23,795 milioni di dollari. Un affare vantaggioso o dannoso per la gioielleria? Gli azionisti della Harry Winston probabilmente non hanno indagato a fondo sulla storia che si cela dietro The Blue, ammaliati dal suo aspetto impeccabile. Sin dal giorno in cui fu scoperto in India – grazie all’esploratore Jean Baptiste Tavernier nel diciassettesimo secolo – il diamante ha sempre segnato la sventura dei suoi proprietari. Tavernier trafugò la gemma da un idolo indiano e la portò in Francia, dove fu acquistato da Re Luigi XIV che, successivamente, ridusse le sue dimensioni  da 112 carati a 67,5, per intagliarlo a forma di goccia e donarlo alla sua protetta, Madame De Montespam. Subito dopo aver ricevuto il dono però, la nobile uscì dalle grazie del re e la pietra preziosa finì nelle mani di Nicolas Fouquet, responsabile delle finanze francesi. Quest’ultimo fu ben presto arrestato per truffa e il diamante fece ritorno a corte, custodito dalla regina Maria Antonietta in persona. Anche in questo caso la storia ci insegna che la sovrana e il suo consorte non ebbero una vita felice, ne tantomeno una fine pacifica. Dopo la morte della famiglia reale si persero le tracce della gemma, finchè, nel 1824, ricomparve tra le mani del banchiere Henry Thomas Hope che lo ribattezzò Blue Hope. In seguito il diamante fu ereditato da altri sventurati proprietari – dal sultano Adul Hamid II, spodestato di tutti i suoi averi, a Mrs Evalyn Walsh McLean, suicida nel 1947 – finchè il collezionista di gioielli Henry Winston lo donò allo Smithsonian Institute di Washington, luogo in cui è rimasto esposto fino a poco tempo fa. Verità o leggenda? Solo il tempo potrà darcene conferma.

Il pianeta diamante

Si trova a quaranta anni luce di distanza dalla Terra il pianeta composto da diamanti. La scoperta è stata fatta dai ricercatori del Centro per l’astronomia e l’astrofisica dell’Università di Yale. <<La superficie di questo pianeta è probabilmente coperta di grafite e diamanti – ha dichiarato Nikku Madhusudhan, a capo della ricerca – piuttosto che da acqua e granito>>. Sfortunatamente per gli amanti delle pietre preziose il pianeta non presenta le condizioni per poter essere abitato: ha una temperatura che sfiora i 2.500 gradi e il suo anno dura appena 18 ore contro i 365 giorni della Terra.